Cambiare lavoro? Occorre uscire dalla propria «comfort zone».

Si può cambiare lavoro senza voler uscire dalla propria rassicurante comfort zone di certezze quotidiane e di abitudini consolidate? È questo il caso al centro del primo video della nuova serie di «Pillole di coaching», a cura di Giovanna Giuffredi e online sul canale lavoro Job24. Giuffredi, presidente dell’ICF International Coach Federation Italia per il 2016, torna ad affrontare le situazioni critiche che oggi accadono con maggior frequenza nella vita professionale delle persone e in azienda e a suggerire possibili soluzioni . E per farlo, parte dal breve racconto di casi reali incontrati nella sua pratica di executive coach.

Giacomo (il nome è di fantasia) responsabile dell’area logistica da 15 anni , sa che entro un anno il suo ruolo verrà soppresso ed è stato invitato dalla direzione del personale a cercare altre opportunità. È chiaramente un fulmine a ciel sereno per il manager, che ama il suo lavoro e si ritiene un esperto del suo campo, quindi entra in crisi. L’uomo comincia a guardarsi intorno, ma senza riuscire a trovare una sistemazione potenziale con le stesse caratteristiche di quella precedente. Giacomo è consapevole del suo valore, però non vuole cambiare troppo le sue abitudini professionali e di vita. Cerca alternative nella stessa zona della città e in aziende simili alla sua.

«Le abitudini possono essere comode e confortevoli, ma anche pericolose – spiega Giuffredi -. Giacomo con gli anni si è creato una gabbia confortevole e ora non riesce a uscirne. È comfort zone-dipendente: quel che deve fare è disintossicarsi dalla sua routine rassicurante, con piccole dosi di contromisure, per rendersi conto che si possono esplorare nuove vie senza che succeda niente di drammatico. Al contrario: l’unico “rischio” è che si amplino le prospettive e la propria visione del mondo».

FONTE: ilsole24ore.com